La maggioranza dei giudici dichiara compatibile con la Costituzione la legge controversa, ma l’opposizione accusa: “Auto-amnistia, il prezzo politico per il governo”
di Pasquale Ferrara
Con una sentenza storica, la Corte Costituzionale spagnola ha approvato a maggioranza la legge di amnistia per i leader indipendentisti catalani coinvolti nel processo del 2017, giudicandola compatibile con la Carta costituzionale. La decisione, attesa da mesi, scatena però aspre polemiche: l’opposizione di destra parla di “auto-amnistia”, frutto di un accordo politico che avrebbe permesso a Pedro Sánchez di riconfermarsi alla guida del governo nonostante la sconfitta alle elezioni generali.
La sentenza e il contesto
La legge, promossa dal governo di coalizione PSOE-Sumar e sostenuta dalle forze indipendentiste catalane (in particolare Junts e ERC), cancella i reati legati al referendum unilaterale del 1° ottobre 2017 e alla successiva dichiarazione d’indipendenza, che portò all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione e all’intervento di Madrid. Tra i beneficiari figurano politici come Carles Puigdemont (oggi europarlamentare in esilio in Belgio) e dirigenti della società civile catalana.
La Corte, sebbene divisa, ha ritenuto che la norma non violi i principi di uguaglianza e sovranità nazionale, sottolineando che rientra nella discrezionalità del legislatore in materia di giustizia transizionale. Tuttavia, alcuni giudici hanno espresso pareri dissenzienti, evidenziando rischi di “privilegio territoriale”.
Le accuse dell’opposizione: “Amnistia in cambio del potere”
La destra spagnola (PP e Vox) contesta la decisione, definendola un “patto scandaloso” tra Sánchez e i separatisti. Alberto Núñez Feijóo, leader del Partito Popolare, ha dichiarato: “Questa è un’auto-amnistia, la moneta di scambio che Sánchez ha pagato per diventare presidente dopo aver perso le elezioni. La separazione dei poteri è in pericolo”.
Anche l’associazione Giudici per la Democrazia ha espresso perplessità, mentre il mondo accademico è spaccato: c’è chi parla di “normalizzazione” del conflitto catalano e chi di “precedente pericoloso” per lo Stato di diritto.
Le reazioni dalla Catalogna
A Barcellona, gli indipendentisti celebrano la sentenza come una “vittoria della ragione”. Puigdemont, in un tweet, ha ringraziato i sostenitori, ma ha avvertito: “Restano sfide, ma oggi è un giorno di giustizia”. ERC invita ora a “rielaborare l’autodeterminazione” in modo dialogato.
Prospettive future
La sentenza potrebbe chiudere una fase di tensione, ma lascia aperti interrogativi:
— Effetto elettorale: il PP punta a mobilitare il malcontento, mentre Sánchez cerca di consolidare l’appoggio catalano.
— Rischio di ricorsi: alcuni settori giuridici potrebbero portare la questione alla Corte Europea dei Diritti Umani.
— Tensioni territoriali: altre regioni (come i Paesi Baschi) potrebbero chiedere trattamenti simili.
In conclusione, la Spagna affronta un bivio politico: tra riconciliazione e accuse di cedimento al separatismo. La legittimità costituzionale dell’amnistia è stata confermata, ma il dibattito sul prezzo della governabilità rimane aperto.
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Articolo a cura della redazione di Costa Paradiso News. Immagini: Reuters, AFP, elaborazione interna.
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Redazione Costa Paradiso News
1 luglio 2025 alle 8:48
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