L’Europa e la rinuncia ai propri valori storici: il peso della debolezza militare
di Pasquale Ferrara
Da oltre ottant’anni l’Europa si riconosce nei valori della pace, del multilateralismo e del primato del diritto internazionale. Principi che hanno ispirato i padri fondatori dell’Unione e che hanno guidato il percorso di integrazione del continente dopo le tragedie del Novecento.
Oggi, tuttavia, la nuova realtà geopolitica costringe l’Europa a confrontarsi con un’amara consapevolezza: la propria fragilità militare. La guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e il progressivo indebolimento degli strumenti diplomatici tradizionali hanno evidenziato i limiti strutturali della difesa europea.
Ne deriva un paradosso: pur proclamandosi custode di valori universali, l’Europa è spesso costretta a rinunciarvi o a ridimensionarli, perché priva della forza necessaria a garantirne il rispetto. L’affidamento quasi totale agli Stati Uniti per la sicurezza del continente è il segno più evidente di questa dipendenza.
La NATO, con la guida determinante di Washington, rimane l’unico baluardo credibile a tutela dei Paesi europei, mentre i tentativi di creare una vera difesa comune restano incompiuti. Il risultato è un’Europa forte sul piano economico e normativo, ma debole nell’ambito strategico-militare, con il rischio di vedere compromessa la sua autonomia politica.
Agli occhi dei cittadini, il divario tra i valori professati e l’azione concreta può alimentare scetticismo e sfiducia. Agli occhi dei partner globali, l’Europa rischia di essere percepita non come un polo autonomo, ma come un’appendice, seppur economicamente robusta, dello schieramento atlantico.
Un Bivio Storico
L’Europa si trova dunque a un bivio storico. Può accettare passivamente il proprio ruolo di partner junior nella sicurezza globale, subordinando la sua identità di valori all’ombrello protettivo americano. Oppure può intraprendere, con uno sforzo collettivo senza precedenti, il cammino impervio verso una vera sovranità difensiva, che le permetta di essere un attore credibile e autonomo, in grado di garantire la propria sicurezza senza rinnegare, ma anzi difendendo con forza, i principi che l’hanno forgiata. La prima strada è la più facile, ma costa la rinuncia a una parte fondamentale della propria anima. La seconda è un’impresa titanica, forse utopica, ma l’unica in grado di preservare il progetto europeo per il futuro. Al momento, nonostante le dichiarazioni di intenti, la bilancia pende decisamente verso la prima opzione.
Il dibattito interno all’Unione è ormai urgente: senza una capacità di difesa autonoma, l’Europa rischia di restare spettatrice delle dinamiche globali, costretta ad adattarsi a decisioni prese altrove, anche a costo di rinnegare parte dei principi che l’hanno definita per decenni.
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Redazione Costa Paradiso News
28 settembre 2025 alle 7:44
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