ISTAT, i consumi rimangono deboli

by • 2 maggio 2024 • ECONOMIA, In evidenzaCommenti disabilitati su ISTAT, i consumi rimangono deboli1588

Dopo la pausa di febbraio, l’inflazione torna a salire lievemente a marzo. L’Istat ha indicato un aumento dei prezzi di beni (dal cibo all’energia elettrica ai carburanti) e servizi (medici, assicurativi, relativi alla casa e ai trasporti) su base annua dell’1,3% rispetto allo 0,8% di febbraio, e questo nonostante la riduzione della crescita dei prezzi dei beni alimentari.
A incidere sull’accelerazione del tasso d’inflazione sono stati soprattutto i beni energetici e i prezzi risaliti per i trasporti, aerei e ferroviari su tutti. Inoltre, l’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,3% per la componente di fondo.

IL REPORT DELL’ISTAT
In uno scenario economico complesso e che rimane caratterizzato ancora dall’incertezza, anche a causa dei conflitti internazionali e delle tensioni geopolitiche in corso, la risalita dell’inflazione era largamente attesa e non deve destare particolari allarmi: si può osservare che il dato odierno sia coerente con l’ipotesi di un’inflazione, nella media dell’intero 2024, prossima o di poco superiore all’1%.

Al di là di alcuni effetti stagionali, come l’aumento dei prezzi di alcuni servizi di trasporto e turistici, l’aumento su base annua è strettamente legato al confronto con un periodo in cui i prezzi degli energetici erano in forte e repentino calo, «tanto da determinare a marzo del 2023 una riduzione dello 0,4% dell’inflazione in termini congiunturali» come ha messo in luce anche la nota dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat sull’inflazione a marzo.

Dai dati dell’Istat si può vedere che i beni energetici, nonostante il calo congiunturale registrato a marzo (-1,7%), mostrano un profilo tendenziale in chiara ripresa (da -17,3% di febbraio al -10,8%). Il fatto che si vada verso la stagione estiva più calda, di per sé, limiterà l’impatto di alcune bollette energetiche su famiglie e imprese, innanzitutto quelle del gas. In ogni caso, questo riaffacciarsi della problematica legata ai prezzi delle materie prime energetiche considerando la situazione di crisi in diverse aree geografiche legate al petrolio, innanzitutto, può condizionare tutto l’insieme dei trasporti a livello internazionale, in particolare quelli che usano il Mediterraneo. In altre parole, i rincari più forti riguardano i servizi legati ai trasporti, quelli che gli italiani useranno durante le feste di Pasqua per spostarsi e viaggiare, che salgono del 4,4% su base annua, e pure gli alimentari, «beni immancabili sulle tavole delle famiglie durante le feste, i servizi di ristorazione e quelli delle strutture ricettive» ha commentato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.

I consumi rimangono deboli sia nel comparto alimentare, sia in quello del non food; anche il carrello della spesa ha segnato un ulteriore rallentamento con un +3% su base tendenziale; mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,4% (in modesta ripresa da +2,3%).

Secondo Confesercenti bisognerà in futuro «monitorare con attenzione le dinamiche dei prezzi per predisporre, eventualmente, con tempestività adeguati ammortizzatori per i bilanci familiari – si legge in una nota –: non si arresta l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, confermato recentemente da più indicatori economici, che sono in difficoltà».

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