Conflitti tra genitori e figli: I litigi che fanno crescere

by • 1 febbraio 2023 • In evidenza, SOCIALECommenti disabilitati su Conflitti tra genitori e figli: I litigi che fanno crescere174

Statisticamente non è stata certamente una sorpresa appurare come la maggior parte delle due suddette categorie riferisca che ci sono o ci sono stati dei conflitti, spesso anche di grave entità e per lo più concentrati durante l’età preadolescenziale e adolescenziale.

A tal riguardo infatti lo studio effettuato dallo Yale Child Study Center ha fatto emergere con chiarezza come i figli percepissero di essere meno amati proprio quando vi erano i conflitti più esacerbati e, al contrario, nei momenti di armonia la sensazione di benessere era più accentuata.

Per questo è necessario prendere coscienza della possibilità che tali problematiche possano verificarsi al fine di agire in maniera corretta e trovare un punto d’incontro tramite cui poter crescere vicendevolmente e rinforzare un legame già esistente.

Quali sono i fattori scatenanti in grado di generare la tensione?
Ovviamente prima d’individuare nel dettaglio quelle che possono essere le cause scatenanti del conflitto è opportuno definire proprio quest’ultimo termine al fine di evitare un travisamento logico.

Cosa s’intende per conflitto? Scontro certamente, ma anche acceso confronto di due coscienze ciascuna delle quali è mossa da differenti valori, motivazioni, convinzioni e obiettivi personali.

Certamente l’età adolescenziale è quella che più favorevolmente si presa all’insorgenza di scontri e conflitti, non fosse altro perché il lungo percorso d’indipendenza intrapreso per raggiungere la piena consapevolezza di sé e del proprio ruolo nel mondo è da sempre irto d’insidie e passi falsi.

Per quel che riguarda le cause, invece, a ogni specifica fascia di età corrisponda il rischio d’insorgenza di relative problematiche.

Se durante l’infanzia e l’età prescolare queste possono ritrovarsi nelle abitudini alimentari, nello svolgimento dei compiti, nel vestiario, nella gestione del tempo libero e in tutte quelle piccole cose che solitamente prendono il nome di capricci, è nella fase della preadolescenza e adolescenza che avvengono i cambiamenti più radicali.

Qui, infatti, il genitore si troverà davanti un individuo che da molti punti di vista non è più il bambino che conoscenza e parimenti lo stesso figlio si troverà più volte a mettere in discussione l’autorità di una figura che non riconosce più come tale.

Il rumore eccessivo, il coprifuoco serale, le scelte individuali legate all’aspetto, l’eventuale uso di sostanze psicotrope, le relazioni personali, lo scarso impegno nell’attività scolastica e molto altro ancora, il rapporto diventa simile a un campo minato in cui a ogni passo c’è la possibilità concreta di far deflagrare discussioni, litigi e conflitti anche di notevole intensità.

Ma cosa rende un conflitto tale? Davvero tutte le liti, le discussioni, gli scambi d’opinione anche accesi si muovono con le stesse dinamiche e producono i medesimi risultati?

Le tre tipologie di conflitti più comuni nel rapporto genitori figli
• Conflitto inevitabile: E’ quel genere di conflitto che scaturisce laddove ci sia un rapporto molto stretto tra le due parti. La natura umana, in quanto imperfetta, farà sì che prima o poi, magari per un’incomprensione di fondo o per una banale discussione, lo scontro diventi inevitabile con tutto ciò che ne consegue. Certamente l’incomunicabilità o l’errata comunicazione sono i fattori scatenanti più comuni.

• Conflitto di confine: Largamente più presente durante l’età preadolescenziale e adolescenziale. E’ quel genere di conflitto che nasce per l’appunto dalla decisione genitoriale di porre limiti e limitazioni a una determinata situazione. In questo caso lo scontro nasce a causa di una sorta di disconnessione emotiva tra quelli che sono i desideri interni e la realtà fattuale delle cose.

• Conflitto intenso: Diffuso sia nell’età infantile/prescolare sia in quella preadolescenziale/adolescenziale. E’ una tipologia di conflitto che molto spesso, se non quasi sempre, non è altro che lo specchio di problematiche profonde ancora irrisolte le quali alimentano costantemente le possibilità d’insorgenza di discussioni. Può essere accompagnato da atteggiamenti e/o comportamenti aggressivi e richiede un duro lavoro da pare di entrambi affinché possa essere correttamente risolto.

Gli effetti che i conflitti possono generare sia nei genitori sia nei figli
Un ottimo punto d’inizio per inquadrare correttamente l’argomento è di partire dalla cosiddetta teoria dei sistemi.

Tale teoria, quando si espleta all’interno di un nucleo familiare, mette in evidenza come i vari rapporti che intercorrono tra i vari membri devono essere considerati nel loro continuo divenire piuttosto che nella loro presunta staticità.

Ovviamente la disfunzione socio-emotiva che può verificarsi nei figli non può non essere il frutto di un rapporto interparentale segnato da modelli di comunicazione e/o comportamento negativi.

Quello che poi molto spesso avviene è una sorta di effetto domino in cui la diade genitoriale finisce per alimentare ulteriori motivi di conflitto che immediatamente vengono recepiti dai figli i quali, a loro volta, li applicano per generarne di nuovi causando così un circolo difficile da spezzare senza le giuste contromisure.

E’ sicuramente rilevante appurare come i conflitti tra genitori e figli finiscano molto spesso per condizionare persino la vita adulta come una sorta di elementi estranei e irrisolti che marciscono in fondo all’anima della persona portandola, il più delle volte, a replicare anche inconsciamente determinate dinamiche e situazioni.

Ansia, senso di colpa, aggressività più o meno latente, crollo dell’autostima, sono solo alcune delle conseguenze che un figlio può sperimentare durante tutto il corso della vita laddove i conflitti perdurino per un certo lasso di tempo e soprattutto se non vengono mai effettivamente affrontati.

Senso d’impotenza, disagio interiore, errata percezione del fallimento, aggressività, queste invece sono alcune delle sensazioni che possono abbattersi sui genitori provocando, tra le altre cose, un ulteriore allontanamento dai figli e rendendo ancora più difficile una riconciliazione futura.

Come risolvere al meglio tutte le problematiche generanti conflitti
Quando la saggista tedesca specializzata in temi educativi Rita Steininger diede alla stampa un libro dal provocatorio titolo “I litigi che fanno crescere” poneva in realtà l’attenzione su un aspetto forse scarsamente compreso e sottovalutato, ma decisamente vero: purché si sappia come farlo, litigare fa bene alle relazioni.

Può sembrare paradossale, ma i rapporti tra genitori e figli non sfuggono affatto a questa logica. Il rischio di creare fratture insanabili e incomprensioni sono tutte paure legittime ed è proprio per questo che è necessario apprendere l’arte della comunicazione positiva.

I conflitti e i litigi non si possono certamente evitare, né sarebbe giusto che fossero vietati, se non altro perché sono elementi fondamentali per la formazione dell’individualità ed è necessario quindi padroneggiare il conflitto, non esserne schiavo.

Le armi fondamentali che devono essere impugnate sono la comprensione, l’ascolto e la corretta comunicazione. Solo mediante un approccio empatico da ambedue le parti sarà possibile raggiungere un punto d’incontro e voltandosi indietro scoprire di essere cresciuti e di volersi ancora più bene di prima.

Certamente l’apprendimento di una tale visione mentale e psicologica non è qualcosa d’immediato, ma i risultati e i benefici ottenibili sono tali che lo sforzo viene ampiamente ripagato nel tempo.

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