Covid, sospendere i brevetti è inutile

by • 16 maggio 2021 • Covid-19, In evidenzaCommenti disabilitati su Covid, sospendere i brevetti è inutile487

«Quella del presidente Biden forse è stata una affermazione incauta che ha scatenato un dibattito che ho lo sensazione finirà in panna montata.Tra l’altro da parte dell’amministrazione Usa c’è una enorme ipocrisia. Perché da una parte apre tutto questo dibattito sui brevetti e dall’altra tiene ancora in vigore il divieto di esportazione dei vaccini prodotti sul territorio americano. Il tema va affrontato in modo empirico». Carlo Stagnaro, giovane economista e direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, è convinto che il tema della sospensione dei brevetti sia solo un falso problema.

Dove sta dunque la verità secondo lei?
Chi difende i brevetti pensa che questo sistema crei i giusti incentivi per avere più investimenti in ricerca e innovazione chi lo critica sostiene invece che crea delle rendite. Probabilmente la verità sta nel mezzo. Io non mi scandalizzerei se si mettesse mano a una revisione delle regole del sistema. Ma un conto è dire rivediamo il sistema della proprietà intellettuale per trovare un equilibrio migliore altra cosa è dire dall’oggi al domani sospendiamo 4 o 8 brevetti. Sono due cose totalmente diverse. E mentre la prima ha un senso, ma serve tempo perché implica un lavoro lungo e complicato la seconda nell’immediato è una scelta inutile e dannosa.

Perché è inutile? Non avremo così la possibilità di produrre più vaccini?
No. Perché abbiamo già la controprova che non è così visto che due brevetti, quelli di Moderna e AstraZeneca, sono stati già sostanzialmente messi a disposizione di tutti dalle due aziende. Moderna l’ha fatto di sua sponte mettendo a disposizione gratuitamente e finché dura l’emergenza pandemica il suo brevetto a chi naturalmente può dimostrare di essere in grado di produrre in sicurezza i vaccini. Il brevetto di AstraZeneca è a disposizione perché lo sviluppo del suo vaccino nasce anche grazie una serie di finanziamenti del Governo inglese e della Fondazione Bill e Melinda Gates e di altri che hanno tra l’altro condizionato quel finanziamento al fatto che fosse venduto al prezzo di costo. E infatti viene venduto a circa 2 euro.

E nessuno si è fatto avanti?
Per ora pochissimi. E il motivo è banale: i vaccini, in particolare i più avanzati come quelli a M-Rna di Pfizer e Moderna, non possiamo farli io e lei con le provette in cantina. È una cosa che richiede capitale umano, capitale fisico visto che servono macchinari complessi e costosi e capitale finanziario attraverso grandi investimenti. Requisiti questi che non sono così facili da ricreare. Per tutto questo non serve sospendere i brevetti.

E perché secondo lei è anche dannoso sospendere i brevetti?
Perché svia dal vero problema che è quello di aumentare la capacità di produzione dei vaccini che è il vero nodo in questa fase. E su questo che bisogna intervenire. E poi un conto è dire lavoriamo per costruire delle nuove regole diverse magari più equilibrate e un altro è che ogni tanto qualcuno si sveglia e cancella un brevetto dietro al quale ci sono grandi investimenti in ricerca. Così si rischia di disincentivare questi grandi investimenti che spesso sono molto rischiosi.

Quindi qual è la soluzione?
Se l’obiettivo in questo momento è avere il maggior numero possibile di dosi di vaccino nel minor tempo possibile quale che sia il produttore ragioniamo sulla capacità produttiva e sugli investimenti pubblici in questo settore. La soluzione più sensata sarebbe almeno nei paesi industrializzati prevedere finanziamenti per le imprese locali per rafforzare la loro capacità produttiva finalizzata ad avviare partnership con aziende che sono titolari di brevetti. È quello che si sta provando già fare in diversi Paesi compresa l’Italia e che stanno tentando di fare alcuni produttori come l’azienda Sanofi che inizialmente ha tentato di sviluppare un proprio vaccino, ma quando si è resa conto che arrivava troppo tardi ha fatto un accordo con Pfizer per la produzione di quel vaccino

Insomma tanto rumore per nulla?
Certo se tutto questo cinema serve per chiedere alle grandi aziende farmaceutiche di regalare un certo quantitativo di dosi ai Paesi poveri questo va benissimo però quello del brevetto è solo un cavallo di Troia che rischia di creare problemi e comunque di distrarre l’attenzione da quelle che sono le questione reali.

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