Piano per la sostenibilità ambientale

by • 15 luglio 2021 • SOCIALECommenti disabilitati su Piano per la sostenibilità ambientale221

L’obiettivo resta quello di ridurre le emissioni nocive del 55 per cento entro il 2030 per arrivare alla neutralità climatica nel 2050. E a nove anni dal primo target, l’Unione Europea mette a punto il suo piano per la sostenibilità ambientale: il più ambizioso al mondo, ma entrerà in vigore non prima del 2026.

Tra cinque anni anche gli aerei, le navi, le abitazioni non a norma dovranno pagare se inquinano. E sempre tra un lustro entrerà in vigore il nuovo schema di ‘tasse’ per le aziende extra-Ue che esportano prodotti di industrie inquinanti nell’Unione, il cosiddetto ‘Carbon adjustment mechanism’ che dovrebbe contribuire a ripagare il debito del recovery fund. Inoltre c’è uno schema anche per ridurre le emissioni inquinanti di auto, aerei, navi. Entro il 2035 le vecchie auto a combustione saranno fuori dal mercato e i soldi del Recovery fund serviranno anche a realizzare una stazione di ricarica per le auto elettriche ogni 150 km. Entro il 2030 gli aerei che decollano dall’Ue dovranno usare solo carburante ‘green’, le navi ne dovranno usare almeno il 50 per cento entro il 2050.

È il pacchetto ‘Fit for 55’ presentato oggi dalla Commissione Europea, in una conferenza stampa affollatissima: dalla presidente Ursula von der Leyen al commissario al Green Deal Frans Timmermans, all’Economia Paolo Gentiloni e altri rappresentanti della squadra di Palazzo Berlaymont a sottolineare l’importanza del momento. “Due anni fa ho messo sul tavolo il cuore della mia linea politica: il Green deal”, dice von der Leyen, “adesso abbiamo un’opinione condivisa sulla direzione in cui andare. L’economia dei combustibile fossili ha raggiunto il suo limite”.

“Se non facciamo qualcosa” sul cambiamento climatico “le prossime generazioni dovranno lottare per avere cibo e acqua”, dice Timmermans, e per questo occorre “mettere un prezzo sulle emissioni carboniche e un premio sulla de-carbonizzazione”. Ma lo stesso commissario europeo ammette che “alcune parti di questo pacchetto non piaceranno agli Stati e al Parlamento, abbiamo tuttavia cercato di fare qualcosa di equilibrato. È difficile ma dobbiamo farlo”. Fonti della Commissione non nascondono “l’incertezza” legata al processo legislativo di approvazione dell’intero pacchetto, tra l’ok del Consiglio Europeo che “si impegna a trovare un accordo entro la fine dell’anno prossimo” e l’ok del Parlamento Europeo.

Ma, al netto dei tempi che appaiono un po’ lenti visto che nel 2026 mancheranno solo 4 anni al 2030, è questo il succo del Green deal, la bandiera della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen dal 2019. È da allora, prima della pandemia, che se ne parla. Oggi c’è finalmente lo schema di azione sul quale gli Stati membri dovranno trovare un’intesa. Non sarà semplice, ma vediamo nei particolari di che si tratta.

L’Emission trading scheme (Ets) che al momento impone penalità alle aziende che inquinano sarà esteso anche ai trasporti e alle abitazioni (aerei, navi, caldaie inquinanti, edifici non sostenibili dal punto di vista ambientale, per capirsi: quelli che per cui in Italia il governo sta incentivando l’ammodernamento con il superbonus). E siccome attualmente sono permesse esenzioni, verranno eliminate gradualmente, 10 per cento ogni anno. In questo modo, secondo i dati della Commissione, si riuscirà a ottenere una riduzione delle emissioni di Co2 per i settori interessati pari al 62 per cento.

Sia chiaro: malgrado il ritmo sembri lento, la proposta dell’Unione Europea è la più avanzata al mondo in fatto di sostenibilità ambientale. Ma proprio per evitare l’effetto isolamento con danni eventuali all’economia Ue, a Bruxelles preferiscono andare avanti con i piedi di piombo. Per esempio, dal 2026 solo il 50 per cento del traffico marittimo da e per l’Ue sarà tassato. “Non pretendiamo di decidere per tutto il globo”, dicono da Palazzo Berlaymont. “La gradualità è la chiave del piano”, sottolineano.

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