Spagna, approvato la legge sull’eutanasia

by • 11 aprile 2021 • ESTERI, In evidenzaCommenti disabilitati su Spagna, approvato la legge sull’eutanasia348

Il Parlamento spagnolo ha approvato in via definitiva la legge che legalizza l’eutanasia e il suicidio assistito.

Il voto decisivo — dopo tre anni di lavori, e diverse revisioni — è arrivato dalla Camera dei deputati, con 202 voti a favore, 141 contrari e 2 astensioni.

La norma entrerà in vigore entro giugno. La Spagna entra così nel ristretto numero di Paesi a riconoscere questo diritto.

Come funzionerà l’eutanasia in Spagna
L’eutanasia e il suicidio assistito entreranno a far parte delle prestazioni del servizio sanitario nazionale: la spesa sarà dunque a carico dello Stato.

Con eutanasia, la legge intende la «somministrazione diretta di una sostanza al paziente da parte del professionista sanitario competente»; con suicidio medicalmente assistito la «prescrizione o fornitura al paziente da parte dell’operatore sanitario di una sostanza, in modo che possa auto-somministrarla, per provocare la propria morte».

Potranno usufruirne — come scrive El Mundo — cittadini spagnoli o «legalmente residenti» in Spagna, maggiorenni, che soffrano di «malattie gravi e incurabili» o di «patologie gravi, croniche e disabilitanti» che impediscono l’autosufficienza e che generano «una sofferenza fisica e psichica costante e intollerabile».

La richiesta di usufruire dell’eutanasia o del suicidio medicalmente assistito andrà presentata per iscritto, due volte nell’arco di 15 giorni, a un medico.

Nella lettera andrà specificato che il malato compie questo passo in piena coscienza, senza costrizioni, e dopo essere stato messo a conoscenza dell’esistenza di possibili cure palliative.

Il medico dovrà inoltrare la lettera a una commissione che incaricherà due esperti di esaminarla. La commissione, composta in tutto da sette membri, dovrà poi approvarla o bocciarla, entro 19 giorni.

In ogni momento il paziente potrà interrompere la procedura.

L’applicazione della nuova legge potrebbe incontrare alcuni ostacoli, a partire dalla richiesta dell’Ordine dei medici — riconosciuta dalla legge — di permettere l’obiezione di coscienza.

Vi è inoltre la questione dell’organizzazione delle commissioni di esperti che apre la strada a possibili disparità di trattamento nelle diverse regioni.

L’eutanasia — scrive El Pais — è già legale in Belgio, Canada, Lussemburgo e Olanda; in Colombia la pratica è ammessa ma non regolamentata; in Nuova Zelanda la legge entrerà in vigore a novembre. In Svizzera e in alcuni Stati degli Stati Uniti è regolato il suicidio assistito.

In Portogallo la Corte costituzionale ha bocciato la scorsa settimana una legge simile a quella spagnola varata dal Parlamento, giudicandola imprecisa nell’identificare le condizioni alle quali si può richiedere l’eutanasia o il suicidio assistito.

Le reazioni dei partiti
Oggi la Spagna è un Paese «più umano, più giusto e più libero», ha detto su Twitter il primo ministro Pedro Sanchez, che ha aggiunto che la legge era «ampiamente richiesta dalla società» e ha ringraziato «tutte le persone che hanno lottato instancabilmente perche’ il diritto di morire con dignità fosse riconosciuto in Spagna».

Sanchez fa parte del Partito socialista, che ha proposto la legge dietro la spinta dei familiari delle persone che hanno chiesto aiuto per morire e con il sostegno di un milione di firme.

Vox, partito di estrema destra, ha reagito dicendo che il governo «ha consumato l’attuazione della cultura della morte in Spagna. Non sarà per sempre». A opporsi alla legge è stato anche il Partito popolare.

Secondo un sondaggio citato dall’agenzia Reuters, e relativo al 2019, il 90 per cento degli spagnoli è a favore della legge.

L’eutanasia — come indica la stessa agenzia Reuters — ha da tempo catturato l’attenzione dei cittadini, specie dopo che Ramon Sampedro — un pescatore spagnolo rimasto paralizzato all’età di 25 anni, e da allora divenuto poeta e attivista — filmò il suo suicidio assistito il 12 gennaio 1998, dopo che i tribunali gliene avevano vietato il diritto. La sua storia era divenuta un film, «Mare Dentro», diretto da Alejandro Amenabar, che vinse il Leone d’Argento a Venezia nel 2004 e l’Oscar come miglior film straniero nel 2005 .

Le reazioni in Italia
Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni che in Italia si batte per garantire il diritto all’eutanasia, ha detto all’agenzia LaPresse che «in Spagna ci sono voluti sette mesi tra l’inizio della discussione e l’approvazione. In Italia, come associazione Coscioni, abbiamo depositato una legge di iniziativa popolare sette anni e mezzo fa con 140mila firme raccolte, senza che il Parlamento italiano abbia mai aperto una discussione in plenaria nonostante l’opinione pubblica sia, come tutti i sondaggi dimostrano, ampiamente favorevole alla regolarizzazione dell’eutanasia e nonostante due richiami della Corte Costituzionale».

«Una proposta di legge è pronta» anche in Italia, hanno dichiarato Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani. «Il diritto dei malati non può essere lasciato solo alle pur coraggiose iniziative di disobbedienza civile di Marco Cappato e Mina Welby: il Parlamento deve ora prendersi la responsabilità di discutere la legge per dare ridare voce e dignità a chi soffre e colmare quel vuoto di tutele che riguarda proprio i cittadini più fragili».

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